Dagli anni ’50 al country, le varie declinazioni di una cucina antica
Vintage non vuol dire senza comodità moderne
Nell’epoca della modernità spinta, si può decidere di arredare seguendo i dettami contemporanei, puntando sulla funzionalità e sul minimalismo, con la filosofia del less is more, optando per materiali moderni come i metalli e l’acciaio, con una palette di pochi colori (che siano neutri come il bianco o il nero o tinte intense come blu o rosso) oppure si può scegliere di puntare sui tempi che furono, riprendendo la filosofia arredativa di qualche decennio fa. In particolare, una cucina antica è un locale che ha un enorme fascino, perché deve unire materiali di recupero, forme e colori che caratterizzavano l’interior design antico alla modernità.
Infatti va subito sfatato un mito: decidere di volere un arredamento vintage non significa affatto rinunciare alle comodità moderne, per le cucine si pensi ad esempio a lavastoviglie, frigo di ultima generazione e piano cottura moderno e performante. Semplicemente, esse vanno integrate col design preso dal passato.
Lo shabby chic dà vita a una cucina antica accogliente
Uno stile che sa coniugare in modo mobili materiali presi dalla tradizione, spesso creati ad arte per sembrare invecchiati, è lo shabby chic, che prende spunto dalle antiche dimore inglesi. Il materiale principe in questo caso è il legno, tendenzialmente tenuto grezzo per apparire più antico e vintage, ma giocato sui toni del bianco, il colore che caratterizza più di ogni altro questo stile. Ci sono inserti in metalli come il ferro e in vetro e particolare importanza viene assunta dalle ante degli armadi a telaio, ovvero inquadrate da una cornice, con una rifinitura decapata per sembrare usata. Si punta su tavoli dalle dimensioni importanti piuttosto che su isole e su dispense capienti. L’atmosfera generale deve essere morbida.
Il country gioca con legno, marmo, lavelli e stufe
Un’altra cifra stilistica di interior design che è perfetta per una cucina antica è quella country, che per certi versi ricorda a grandi linee quella shabby. È uno stile che riprende i dettami delle case della tradizione delle campagne statunitensi e unisce come poche altre modernità e tradizione. Anche in questo caso il materiale principe è il legno, di nuovo grezzo ma con una preferenza per il colore naturale. In legno saranno, infatti, il tavolo, che ancora una volta deve essere il fulcro della stanza, con le sue sedie, oltre alla cucina vera e propria. Vi si combineranno dettagli in marmo, per esempio il piano cucina o il ripiano del tavolo se lo si vuole rendere ancora più maestoso, piastrelle alle pareti o muratura, utensili in rame come pentole appesi. Tra i mobili che non possono mancare ci sono i lavelli, che devono essere particolarmente curati, e se si vuole una grande stufa. Al color legno, che è dominante, si abbinano tinte come il giallo ora, il blu o il verde, che richiamano le campagne e la natura.
La cucina antica ripresa dagli anni ’50 del boom economico
Lo shabby chic e il country non sono gli unici stili secondo cui si può arredare una cucina per farla sembrare retrò. Di per sé una cucina classica, che è costruita simmetricamente attorno al piano cottura e fa dell’armonia la sua caratteristica principale, non può essere definita una cucina antica. Per chi vuole qualcosa di particolare e anticheggiante, ci si può rifare alle cucine degli anni ’50 e ’50, quelli del boom economico. In questo caso l’arredo va composto sulle forme arrotondate e semplici tipiche di quell’epoca. La tavolozza dominante usa colori pastello come il verde, il celeste, il beige, il giallo o il rosa confetto, una scelta decisamente originale e in un certo modo anche impegnativa, per un risultato unico.
Non è facile ottenere questo mix sapiente di tradizione e comodità per una cucina antica, inserendo in modo ottimale anche gli elettrodomestici di cui non si vuole fare a meno. È consigliabile rivolgersi a esperti e a marche prestigiose, come La Cornue e Lacanche, per un effetto davvero stupefacente.
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