Ampio, pratico ed anche estetico: l’importanza del piano lavoro cucina
Top e piano lavoro cucina: cosa sono?
Prima di pensare a come scegliere al meglio materiale, colore ed anche design, per creare un effetto di design per tutto l’insieme, è necessario comprendere che cosa sia esattamente un piano lavoro cucina. Spesso gli esperti, si pensi a quelli dei cucina studio, parlano di top. I termini sono equivalenti o ci sono delle differenze? Si tratta di sinonimi: in gergo tecnico il piano di lavoro di una cucina viene chiamato top, ci si riferisce sempre e comunque alla parte superiore della cucina stessa. È un elemento fondamentale, forse il principale, perché è adibito a spazio di lavoro per la preparazione degli alimenti. Quindi, anche se apparentemente può apparire meno importante dello stile o della composizione, la scelta del top è una di quelle essenziali.
In un piano lavoro cucina serve più spazio possibile!
Come sempre, è necessario unire la praticità all’estetica, la funzionalità al design, sia per i materiali che per la tecnologia sino ai colori. Quando si sceglie il proprio piano di lavoro per la cucina, è essenziale innanzitutto essere pratici. Qui si collocheranno i fornelli, dunque lo spazio cottura, e il lavello. Possibilmente serve anche dello spazio dove appoggiare i cibi per poterli manovrare, tagliare, preparare. Nelle cucine lineari spesso il top è uno solo, mentre se si sceglie la collocazione a isola se ne possono avere più di uno. Si pensi che è necessario avere sufficiente spazio e che esso il più delle volte va recuperato in profondità. Un piano lavoro cucina al minimo deve essere, per potervisi muovere senza problemi, di una cinquantina di centimetri: un lavello standard, infatti, ha più o meno quella dimensione. Se si possono avere misure maggiori, tanto meglio. Più centimetri si avranno ai bordi del piano cottura, ad esempio, più si potranno spostare le pentole con agio, senza il rischio continuo di toccare lo schienale.
Le caratteristiche essenziali di un top per la cucina
Come sempre quando si parla di elementi che vanno a comporre la cucina, non si può prescindere da alcune caratteristiche: il piano lavoro della cucina deve essere facilmente pulibile, dato che si trova nella stanza dove per definizione ci saranno più macchie di olio o schizzi, igienico visto che vi si appoggia il cibo, resistente a graffi (è facile “strisciare” per sbaglio una pentola) e urti e nel tempo.
I materiali più usati e che rispecchiano le specificità indicate sono le pietre naturali come marmo, granito o quarzo, metalli come acciaio o Fenix o inorganici come vetro, ceramica e gres, senza scordare il legno, che va sempre bene.
Le pietre naturali sono eleganti ma vanno trattate con cura
Un piano lavoro cucina realizzato con pietre naturali saprà unire l’aspetto estetico, donando eleganza, alla praticità e alla durata nel tempo. Il marmo ben si inserisce in ogni contesto, il granito è ancora più esclusivo e raffinato in particolare per cucine di alto standing. Non si scordi però che si ha a che fare con materiali porosi che potrebbero essere danneggiati da agenti chimici: vanno sempre puliti con estrema cura. Il quarzo invece rischia di essere rovinato alle infiltrazioni di acqua.
I pro di un piano lavoro cucina in acciaio o vetro
Adatti per interior design moderni e minimalisti, i metalli da quel punto di vista sono più semplici da manutenzionare. L’acciaio è il prodotto che viene scelto maggiormente per le cucine moderne, non a caso soprattutto in quelle professionali degli chef, dato che igienico e resistente oltre che antibatterico.
Capace di donare un tocco di eleganza e luminosità, il vetro è perfetto per un piano lavoro cucina sia in ambienti classici che moderni. Peraltro è un materiale che ben si inserisce nella sensibilità dell’interior design sostenibile, essendo anche riciclabile. Può avere effetti e colorazioni diverse, bisogna fare attenzione agli spigoli che sono fragili.
Altre opzioni che non passano mai di moda sono quelle di scegliere dei top di vetro oppure di ceramica.
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